Non vuoi più stare con me? allora ti uccido!

03.01.2015 12:43

Una persona che decide di stare con noi per un certo periodo della sua vita ci sta facendo una "grazia", un regalo, una "gentile concessione" e soprattutto ci sta fornendo la preziosa opportunità di salire al gradino successivo, permettendoci di aprire un pochino di più il nostro cuore e di scardinare qualche tipo di chiusura o qualche ferita che ancora non abbiamo elaborato, guarito ed integrato in noi stessi.

Veniamo sul pianeta per imparare a vedere una certa porzione di bellezza in più rispetto a quando siamo arrivati e soprattutto per imparare l'amore; ciò vuol dire che prima ancora di pretenderlo sarebbe di fondamentale importanza imparare a svilupparlo e a donarlo e a quel punto il riceverne sarebbe solamente una naturale conseguenza di questo processo, un effetto collaterale inevitabile.

Quello che invece accade nella stragrande maggioranza dei casi è che si tenta disperatamente di sopperire ad un qualche tipo di mancanza o di riempire un vuoto interiore attraverso l'illusione di possedere qualcosa o qualcuno, di farlo nostro.

Quello che non siamo viene magicamente sostituito da quello che crediamo di possedere e attraverso quello che possediamo costruiamo il nostro presunto valore e la nostra identità.

In un processo di identificazione così forte è del tutto naturale che perdere qualcosa che ritenevamo nostro equivalga a perdere un pezzetto di noi stessi, della nostra identità per l'appunto.

In verità possiamo dare solamente ciò che siamo, tutto ciò che invece crediamo ci manchi tendiamo a ricercarlo all'esterno.

La paura di perdere ciò che ci qualifica e che soprattutto ci identifica dà adito alle più svariate nevrosi, le più comuni delle quali sono con tutta l'evidenza del caso l'attaccamento, il senso del possesso, il terrore di perdere qualcosa che riteniamo di vitale importanza, la paura di non valere niente senza quella cosa/persona/situazione.

Inutile sottolineare che le peggiori conseguenze di questa dinamica psicologica sono osservabili nel contesto delle relazioni di coppia, all'interno delle quali si tende comunemente a trasferire il proprio centro, il proprio "senso dell'io", ed è li che in effetti assistiamo ad ogni genere di nefandezza in nome di un sentimento che abbiamo anche il coraggio e l'incoscienza di definire amore.

Il "ti amo" diventa spesso sinonimo di "non posso fare a meno di te", "senza di te la mia vita non vale nulla, IO non valgo nulla"...e ancora "se tu te ne vai non ha più senso vivere e piuttosto che vederti felice con un altro preferisco porre fine alla tua esistenza, nonchè alla mia".

Tutto questo è perfettamente naturale nel momento in cui mi convinco che il mio valore dipenda esclusivamente da ciò che posseggo...nel momento in cui lo perdo la mia vita perde sensibilmente di significato, di conseguenza posso anche porvi fine.

 

«24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia.25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia.27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

 

(Matteo 7, 24 - 27)


Cosa rappresentano in questo caso la pioggia, i venti, i fiumi che straripano?
Le intemperie alle quali sono sottoposti i nostri corpi emotivo e mentale nel momento in cui si presenta un evento "traumatico" come una perdita o presunta tale.
Fino a che il nostro centro interiore sarà proiettato all'esterno staremo costruendo la nostra casa sulla sabbia, con tutti i rischi che questo comporta, quando la nostra identità sarà tutt'uno col nostro cuore avremo posto il primo mattone a costruzione della nostra vera dimora e nulla potrà scalfirla dall'esterno.
Faccio sì che la mia casa sia solida, forte e duratura e questa mia sicurezza permette a ciò che vi è custodito di poter essere condiviso senza il timore che ne venga in qualche modo diminuito il valore.



Roberto

 

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